Manlio racconta la sua Varmia-Masuria

Manlio, la cui vita è divisa fra il Veneto e la Polonia, ci racconta la Varmia-Masuria, terra remota del Nord a cui è legato grazie alla famiglia della moglie.

Un racconto che ci porta nelle zone rurali della Polonia fra i tanti laghi della zona.

Ciao Manlio. Raccontaci un po’ di te

Sono nato sessantacinque anni fa a Ponte di Piave, un comune del Trevigiano. Trasferito a Mestre dove ho vissuto a lungo.

Quattordici anni fa ho incontrato l’amore, parlava polacco, è da qui che ho iniziato a scoprire la Polonia in tutti i suoi aspetti.  

 

Perché hai deciso di dividere la tua vita fra Italia e Polonia?

I miei parenti più stretti vivono in Italia, quelli di mia moglie in Polonia. Mia moglie adora il mare italiano, io adoro le distese verdi, i boschi, la fauna e i laghi Polacchi.

Ecco perché la nostra vita si svolge alternata tra Polonia e Italia.

 

Qual è stato il tuo impatto quando hai visitato la Polonia per la prima volta?

Ricordo la strada che da Bielsko-Biała portava a Łódź, passando per Częstochowa, i profondi solchi segnati dal traffico pesante, le distese verdi a perdita d’occhio ai lati della strada.

Poi, entrati in Varmia il paesaggio cambiava, fitti boschi di abete rosso; venditori di frutti di bosco ai lati della strada; le vaste pianure lasciavano il posto ad un terreno ondulato, un susseguirsi di sali-scendi.

Infine, percorrendo una strada stretta e dissestata si giungeva a Wojtkowo. Un villaggio di poche case, nessun negozio, unico punto di incontro per i giovani era, ed è ancora, la tettoia della fermata dell’autobus, ormai inservibile perché il servizio di trasporto pubblico è stato dismesso. 

 

Come sono stati i primi mesi?

Ho iniziato a conoscere i polacchi nelle loro tradizioni, usi, costumi. Ho capito che bere insieme non significa necessariamente ubriacarsi, ma è socializzare.

Voler bere insieme a te significa apprezzare la tua amicizia. 

 

Come te la cavi con il polacco?

Il polacco è una lingua assai complessa, se poi, come me, cerchi di impararlo a sessant’anni abbondanti, diventa davvero difficile se non impossibile.

 

Come riesci a organizzare il tuo lavoro fra Italia e Polonia?

Fortunatamente sono pensionato e quel minimo supporto che offro ai miei soci riesco a darlo da casa sia quando sono in Italia sia quando sono in Polonia.

 

In Polonia vivi in Varmia-Masuria, una delle zone rurali della Polonia. Com’è la realtà di quei luoghi?

Lago della Varmia Masuria

Nell’ambito della regione è opportuno distinguere i grossi centri abitati, dalle aree prettamente agricole e dalle località turistiche.

Olsztyn è il capoluogo di regione, una città di quasi duecentomila abitanti, molto caotica, specialmente al mattino, sembra che l’orario d’inizio del lavoro sia lo stesso per tutti; in quel momento tutti si muovono, tutti entrano in città con conseguente formazione di code chilometriche.

È una città moderna, ha vari centri commerciali, università quotata a livello internazionale e ben servita da mezzi pubblici. Ha un bel centro storico con tutti i servizi, ristoranti, caffetterie, pasticcerie e, soprattutto, il museo della Varmia –Masuria che ha sede nel castello di Olsztyn dove visse e lavorò Niccolò Copernico.

A sud-ovest il fiume Łyna con il suo parco fa da confine naturale alla città antica. Non vedo differenze sostanziali rispetto alle corrispondenti (in termini di popolazione) città italiane.

Molto diversa è la vita nei piccoli borghi delle aree agricole dove i pochi abitanti lavorano presso le aziende agricole, oppure sono costretti a spostarsi nelle fabbriche delle città più vicine, oppure, più frequentemente, cercare lavoro all’estero.

Per chi è impossibilitato per motivi fisici, economici, familiari, intervengono i servizi sociali che sostengono i cittadini con il minimo indispensabile ma sono comunque presenti ed efficienti.

Le località turistiche non hanno nulla da invidiare alle analoghe località italiane. I laghi masuri (Jeziora Mazurskie) formano un complesso di laghi tutti collegati da canali navigabili.

Da Węgorzewo, con un’imbarcazione, si può raggiungere Ruciane-Nida e oltre, passando per la splendida Mikołajki che definirei la perla dei laghi. Decine di porti turistici sparsi lungo il percorso permettono di passare la serata e la notte usufruendo dei servizi locali (ristoranti, alberghi ecc.). 

 

Come ti trovi con i polacchi? Quali differenze noti a livello culturale?

Premesso che vivendo in un villaggio composto da un centinaio di abitanti la mia non può essere una valutazione generalizzata. Se poi aggiungiamo il fatto che un grado di parentela unisce un’ampia fascia di popolazione direi che io mi sento un po’ a casa mia, in famiglia.

Noto comunque che tutti (anche i non parenti) cercano di instaurare un rapporto provando a scambiare qualche parola; ma per me è ancora troppo difficile riuscire a dialogare.

Diverso è l’approccio con le nuove generazioni che in generale hanno una cultura medio-alta e possono comunicare in inglese.

 

Quando ricevi ospiti dall’Italia, dove li porti?

C’è stata un’unica occasione Pre-covid che ho avuto di ospitare una coppia di amici. Li ho portati a visitare un’ampia zona della Pomerania e Varmia-Masuria; da Danzica ai laghi mazuri.

Sono entusiasti e vogliono tornare poiché la Polonia gli è rimasta nel cuore. L’unica cosa che ha impedito la seconda visita è stato il covid, Ma è solo rimandata.

 

Qual è il tuo luogo polacco nel cuore?

C’è un posto che amo particolarmente ed è il luogo in cui Niccolò Copernico visse i suoi ultimi anni.

Frombork si affaccia sulla laguna della Vistola. Ha un piccolo porto turistico e in cima alla collina sorge il complesso della cattedrale cinto da mura che comprendono anche il museo dedicato a Copernico, l’osservatorio astronomico e l’edificio in cui visse Niccolò Copernico.

 

Mappa dei luoghi

 

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